Con il termine di termoablazione epatica si fa riferimento ad una tecnica che prevede il posizionamento di una sonda a livello di una lesione solida epatica; nel campo della radiologia interventistica questo avviene generalmente per via percutanea anche se alle volte il medico radiologo questa richiamato in sala operatoria per assistere il chirurgo.
Una volta posizionato correttamente l’ago all’interno della lesione verrà erogata una energia differente a seconda del tipo di tecnologia applicata che determinerà la necrosi del tumore.
La sonda, altresì definita elettrodo, antenna o criosonda a seconda del tipo di tecnologia utilizzata, viene inserita per via percutanea sotto guida ecografica o TAC dopo aver praticato una piccola incisione sulla cute del paziente che non prevede la successiva applicazione di punti di sutura.Per ottenere un sicuro successo clinico dovrà essere garantito un margine di sicurezza di 5-10 mm.
La percentuale di successo dipende principalmente dalle dimensioni della lesione (< 3 cm) e dalla sede della lesione.
L’opzione terapeutica della termoablazione epatica deve generalmente avvenire nel contesto di un Tumor Board che prevede la partecipazione di tutte quelle figure specialistiche operanti nel campo della patologia oncologica (oncologo, radioterapista, chirurgo, radiologo interventista, endoscopista ).
Le metodiche utilizzate nel campo la termoablazione epatica sono:
- Termoablazione radiofrequenza (RFA)
- Termoablazione a microonde (MWA)
- Crioablazione (CRA)
- Elettroporazione irreversibile (IRE)
- Elettroporazione reversibile o Elettrochemioterapia
Compito del radiologo interventista sarà quello di scegliere la metodica più idonea per il trattamento di una determinata lesione e tale criterio di scelta dipenderà dalla sede, dalle dimensioni, dall’adiacenza rispetto ad altre strutture quali strutture vascolari di calibro superiore a 3 mm.
La procedura può essere svolta in sala angiografica o TAC e prevede la presenza inderogabile dell’anestesista che a seconda delle differenti realtà potrà effettuare una sedazione profonda oppure una anestesia generale a discrezione dell’operatore. Nella maggior parte dei casi la procedura viene preceduta da una biopsia che può essere effettuata prima oppure il giorno stesso della procedura a conferma della natura tumorale del nodulo. La durata del ricovero è normalmente di due notti.
Nei pazienti sottoposti a terapia antiaggregante o anticoagulante bisogna ricordare che bisogna inderogabilmente:
- Sospendere cardioaspirina o Clopidogrel 5 gg prima della procedura;
- Anticoagulanti di ultima generazione da sospendere fino a tre giorni prima della procedura;
- Eparina a basso peso molecolare (EBPM) da sospendere 12 ore prima evitando la somministrazione serale la sera prima dell’intervento
Controindicazioni:
- Lesione situata < di 1 cm dalla via biliare principale a meno che non vengano messe in atto delle procedure di protezione della via biliare quali l’irrigazione continua con soluzione fisiologica raffreddata;
- Abbondante quantitativo di ascite che comunque può essere drenata preliminarmente;
- Lesione esofitica che può essere punta unicamente con un approccio diretto aumentando così il rischio del seeding tumorale (soprattutto nelle forme di epatocarcinoma indifferenziato);
- Coagulopatia non correggibile.
Complicanze:
- 2.2-3.1%
-
Correlata alla puntura con l’ago:
- Sanguinamento intraperitoneale
- Pneumotorace
- Emotorace
- Emopericardio -
Correlate all’erogazione dell’energia:
- Perforazione intestinale
- Trombosi dei rami portali
- Ascesso epatico
- Colecistite